mercoledì 21 marzo 2012

I Chicago Boys vi diranno che l'art. 18 è perverso. Libera volpe in libero pollaio?

"Licenziare per salvare l'occupazione" scrisse Paolo Sylos Labini, pubblicato nel 1985 in prima pagina su La Repubblica. Inizia così il pezzo di Ernesto Auci per dimostrare che l'art. 18 è perverso, come scrisse settimane fa il Wall Street Journal (Wsj), giornale della destra conservatrice, di proprietà di News Corp. di Rupert Mardoch.

Auci scrive: "l'art.18 non difende certamente i lavoratori rispetto alla chiusura delle aziende come dimostra il rilevante aumento della disoccupazione registrato negli ultimi mesi, mentre invece è evidente che il cattivo funzionamento del mercato del lavoro è uno degli elementi che tengono lontani gli investitori dall'Italia".

"Il problema centrale dell'Italia è che per uscire da questa crisi sarà necessario crescere di più. Per farlo occorrono riforme capaci di innalzare il nostro potenziale di crescita negli ultimi anni compresso dalle troppe regolamentazioni e dall'eccessiva spesa pubblica causa di una troppo elevata tassazione. Oggi tutti sono chiamati non tanto e non solo a fare sacrifici, quanto a mostrare disponibilità a rinunciare ad alcuni privilegi".

"Quello che manca ancora è una decisa azione di taglio della spesa pubblica e di riduzione del debito attraverso una politica di privatizzazioni in modo da accumulare risorse per fare un pò di investimenti pubblici e avviare una visibile riduzione della tassazione senza la quale le nostre speranze di ripresa non potranno concretizzarsi".

Già, ecco la ricetta di FIRSTonline: la Ricetta dei Chicago Boys della Libera volpe in libero pollaio. Privatizzare tutto il privatizzabile, tagliare il Welfare e lo "Stato in eccesso", ma soprattutto abbassare le tasse ai ricchi.

Tra gli allievi di Milton Friedman, i Chicago boys, alcuni governarono l'economia del Cile implementando il modello del loro maestro nel modo più rigido per tutto il periodo della dittatura di Pinochet: e ancora oggi il Cile è in testa a tutte le classifiche che misurano il divario sociale tra ricchi e poveri.

Scrive l'Espresso: "La teoria del 'libera volpe in libero pollaio' ha portato licenziamenti, diminuzione degli stipendi, delle pensioni, delle garanzie sociali, ma anche aumento dell'alcoolismo, delle tossicodipendenze, dei malati di Aids, della prostituzione minorile, della miseria, della malavita, degli omicidi e dei suicidi".

I Reaganiani arrivano in Italia con 30 anni di ritardo... fra 30 anni avremo l'Obanomics, chissà.

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