lunedì 26 marzo 2012

La bolla dei sospetti. L'Italia entrò nell'euro truccando i conti con i derivati?

Questo blog ha più volte ringraziato Mario Draghi per aver "salvato" l'Italia dalla catastrofe. Ma c'è chi sospetta che i conti che oggi paghiamo, siano dovuti alla (remota?) possibilità (già ventilata mesi fa dal Wall Street Journal e dal New York Times...) che l'Italia abbia fatto ingresso nell'euro truccando i conti con i derivati. Quasi come la Grecia. Ed oggi i nodi arrivano al pettine.

Il conto di oltre 2 miliardi pagato alla chetichella alla banca d'affari americana, Morgan Stanley, non sarebbe che un assaggio di un conto ben più sostanzioso (secondo Bloomberg 160 miliardi di euro).

Spiega Il Fatto Quotidiano: "In sostanza gli enti pubblici occultano un prestito che viene loro erogato dalle banche internazionali e che non è contabilizzato come tale, la restituzione del prestito è scaglionata in un tempo lontano quando il derivato inizia a produrre i suoi effetti e il flusso di cassa relativo non può essere più occultato".

"Dati i numerosi casi di questo tipo che coinvolgono Regioni, Province e Comuni italiani è lecito chiedersi se anche la Repubblica Italiana abbia contratto derivati di questo tipo. È inoltre lecito chiedersi se tali derivati non siano stati usati per coprire buchi di bilancio e far quadrare i conti rispetto alle regole imposte dall'Europa".

Ecco: è questa la bomba ad orologeria che spazzerà via un'intera classe dirigente? Chi lo sa. Comunque sarebbe l'ora di fare chiarezza: se non è vero, Monti smentisca. Ma se è vero, qualcuno paghi.

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