Se anche la (a volte deliziosamente, altre volte francamente irritante) imbarazzante Première Dame Carla Bruni-Sarkozy ha dedicato una canzone un po' troppo esplicita al consorte Presidente Nicolas (Tu es ma came, sei la mia droga), noto per essere a favore della Tolleranza Zero in fatto di sostante psicoattive, c'è del vero. Uno studio targato Stanford University lo conferma: l'amore, nella fase dell'innamoramento, è più potente della cocaina o di un antidolorifico. Ora: avrebbero potuto chiederlo a un poeta romantico, a una qualsiasi donna o a un teenager alle prese con i primi love-affairs, senza scomodare ricercatori da Ivi League. Ma questa è la scienza-spettacolo nell'era dell'Info-tainment: amen.
Comunque sia, per gli appassionati di chimica: sono coinvolti i meccanismi della ricompensa attivi nel cervello, la dopamina, il neurotrasmettitore primario dell'umore.
Pensare all'innamorato equivale ad accendere l'area cerebrale coinvolta durante l'assunzione della cocaina o durante le vincite di grandi quantità di soldi.
Ecco l'economia dell'amore, la chimica del desiderio, svelata perde metà della sua magia: se ci innamoriamo finiamo (virtualmente) tutti dopati come certi irresponsabili a Wall Street? Ah, l'amour........ :-)
[Fonte La Stampa: "L'amore è come una droga, potente come un antidolorifico"]
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