venerdì 22 ottobre 2010

L'emergenza carceri riguarda noi tutti

Lo so: chi è "contro il carcere" (tout court) dirà che questo Post è inutile, buonista, anzi dannoso. Peggio: dimostrerà quanto sbaglio. Ma in questa Italia dove il carcerato è l'appestato (o, se preferite, l'untore) dei nostri giorni, non va sottaciuto il nuovo ennesimo allarme suicidi, il nuovo ennesimo allarme sovraffollamento e (ovvio) rischio igiene. E non per buonismo.

[Fonte IlSole24Ore.com: È emergenza carceri in Italia: poca igiene e troppi suicidi di Claudio Tucci]

Idealmente anche a me piacerebbe un mondo senza carcere. Ma da ieri sera un bambino poco più grande di mio figlio si sta dibattendo fra la vita e la morte, per un terribile incidente stradale finito su tutti i TG. I ragazzi stranieri, con a bordo armi da scasso, forse per paura della polizia, hanno tamponato un'auto in cui viaggiava il bambino (ora in fin di vita) con la sua famiglia. I ragazzi stranieri erano su una Jaguar, il bambino su un'utilitaria. Quei ragazzi, passati col rosso, in una strada stretta di un comune della provincia di Firenze, hanno rischiato il linciaggio. La rabbia, che vediamo divampare nel napoletano contro l'odore acre della spazzatura non raccolta, divampa - sotto altre forme - in tutta Italia.

Ora: a quella mamma, il cui figliolo lotta fra la vita e la morte in un letto d'ospedale, tamponata su una strada che anch'io percorro tutti i giorni; a quella donna che piange suo figlio, scaraventata con la sua piccola auto contro un muro, cosa dovrei dire: Homo homini lupus? O che linciare i colpevoli dell'orribile reato, non riporterà le lancette dell'orologio ridonando il sorriso al suo bimbo?

L'idealità di un mondo senza carcere si scontra contro il muro d'odio (alimentato da anni di irresponsabili campagne stampa contro la "moda dei reati etnici", solo a fini di audience a buon mercato). Il fuoco dell'allarmismo (della caccia all'untore) sta prendendo piede in Italia, lasciando scie velenose anche laddove non te lo aspetti. In quella strada corrono tutti: italiani e stranieri, a rischiare la vita siamo tutti (italiani, stranieri e clandestini). Su quell'auto poteva essere mio figlio mentre andava a nuoto proprio come il bimbo coinvolto nell'incidente. Nella "civile", "di sinistra" Toscana profonda - ormai si fa strada il germe della Tolleranza zero contro stranieri e "criminali" (tutti accomunati da una subdola liaison...), come se scagliarsi contro il colpevole riportasse alla felicità chi è vittima di crimini od incidenti. Altro che essere contro il carcere. Ieri sera solo l'Habeas corpus ha salvato la pelle ai colpevoli dell'orrendo incidente... No justice, no peace: dicevamo da giovani. Ma ahime' non sembrano tempi, questi, né di pace né di giustizia: almeno chiedere a voce alta carceri meno disumane sarebbe un passo avanti per riportare il "lume della ragione" in questa disgregata, impoverita, incattivita Italia. O no?
M.C.

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