Fattore P come precarietà. I dati di Almalaurea sono allarmanti, dopo che da Bankitalia Mario Draghi aveva già spiegato che il nostro non è un paese per giovani (non lo è neanche per vecchie signore... è solo un paese gerontofilo per arzilli vecchietti, magari "pedofili" in senso lato e magari analfabeti telematici: un disastro).
Riporta Beppe Sevrgnini: "Un laureato 2005 ha oggi una busta-paga media di 1.295 euro; fosse andato all'estero sarebbe a 2.025 euro. I laureati che hanno trovato lavoro in Italia, un anno dopo la laurea, sono scesi del 7% (periodo 2007/2009). Il calo delle iscrizioni (meno 9% in quattro anni) mostra un cambiamento demografico (meno diciannovenni) ma anche la scarsa fiducia delle famiglie nello studio come mezzo di avanzamento.".
Rinunciare allo studio, se non si vuole fare un buon lavoro manuale, significa neanche provarci a salire su quell'ascensore sociale, che già manca di per sé in Italia (vedi chi ha la Bat-caverna...). Ma noi ci ostiniamo a credere nella meritocrazia stile Silicon Valley :)
Corriere.it: La laurea serve ancora
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