mercoledì 5 ottobre 2011

Marchionne, lo Steve Jobs con il Golfino. Ma senza Fanboys

Sergio Marchionne è un emulo di Steve Jobs, tutto finanza e Foxconn, che predica reaganomics e Toyotismo, senza avere un mercato, e soprattutto nuovi modelli da proporre. Un altro problema è che non basta levarsi giacca-e-cravatta per scrollarsi di dosso lo stile Goldman Sachs, non basta indossare un golfino nero di cachemire per sembrare il Guru che seduce le banche d'affari. Senza Fanboys fighetti alle spalle, che credono nella Fiat (voluntas tua?), nella Setta dell'auto glamour, non si va da nessuna parte. E infatti Apple è la Bmw dei computer, non la Fiat dei gadget. Per ora Marchionne ha fatto i conti senza l'oste? Si ricordi che nella globalization, nessun pasto è gratis. Comunque salvare Fiat e' l'unica strada che ha: non salvarla sarebbe peggio. Speriamo che l'Italia trovi imprenditori più seri: ma perché Della Valle e Armani non creano la LVMH del lusso? E, chezssò, Montezemolo e Prada la PPR del made in Italy? Servono aggregazioni, sindacati coraggiosi (non anchilosati sull'Art. 18!!! Muoiono operaie in nero da 3,95 euro all'ora!) e un ecosistema favorevole agli investiumenti. Serve anche un'Agenda Digitale. Sveglia: la crisi non è solo del berlusconismo, ma il Sistema-Italia deve tornare a crescere. Invece oggi rischia una nuova recession e light, simile alla stagflazione giapponese. E sia chiaro: il Ventennio Berlusconiano assomiglia al "decenno perduto" del Giappone.

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