E' moralismo pretendere che chi fa carriera (a spese dello Stato, su libro paga dei cittadini italiani che pagano le tasse!) dica con trasparenza sul suo Curriculum qual è il suo cursus honorum? E' moralismo chiedere a tutte le donne, escort comprese, di pagare le tasse? E' moralismo chiedere che chi non paga le tasse, ma riceve buste in cambio di sesso, non entri nelle pubbliche istituzioni?
L'elettore ha il diritto di sapere se vota Cicciolina o Bindi? Va benissimo candidare la escort, ma lo si dica a tutti. Il diritto alla glasnost in politica viene prima del diritto alla privacy del Sultano (ricordiamo che nell'era di Facebook tale diritto è morto e sepolto: lo dice Mark Zuckerberg, non noi).
Chi accusa le manifestazioni al femminile (ma aperte a tutti, a partire dai movimenti Lgbtq!) di moralismo, sta ricacciando le donne in cucina... "Non sei carina per andare in Tv, sallora nasconditi"! Ecco la vera Savonarola dell'Estetica di Stato! Ecco lo Stato Etico dell'Escort di Stato! Tutti zitti: la Favorita fa carriera, ma non si dica come... Anzi riempiamola di lodi, copertine di giornali, rendiamola "modello d'esportazione"!
Chi accusa le manifestazioni per la dignità della donna di essere moraliste, di fatto, non vuole aiutare le donne (straniere o italiane che siano... siamo globalizzate e senza pregiudizi!) a riprendere in mano i fili della narrazione, senza false ipocrisie, moralismi, ma nella consapevolezza di vivere in un paese dove le Pari Opportunità sono una chimera. Dove il Fattore D e la Womenomics non contano: ma invece contano solo le raccomandazioni (date solo in base a criteri estetici... o a criteri di "sudditanza" ai velini uomini). Per noi sono tutte "italiane" le donne che vivono in Italia (anche se non hanno, ahimè, diritto di voto! Ma questo è un problema a cui vorremmo porre rimedio).
Sono italiane anche solo se hanno scelto (seppur temporaneamente) l'Italia preferendola alla Francia o alla Germania, come luogo dove magari crescere i figli, dove lavorare, innamorarsi eccetera. Sono italiane le donne straniere immigrate come le altre italiane che sono invece emigrate all'estero, perché in Italia non si fa carriera (se sei donna) e dove le Opportunità sono tuttora (dis)pari. Dopo il moralismo, l'accusa di xenofobia è veramente assurda... Che tristezza.
I nostri modelli? Innanzitutto le rare donne hacker che sanno che Information wants to bee free, le tante cyber-hacktivist che vogliono innovare, le donne che si occupano di IT per le quali "Ruby è solo un linguaggio di programmazione". Ma oggi aggiungiamo anche Arianna (Huffington). Brava Arianna, mostra a noi italiane che si può partire dal basso, con un blog, per arrivare in alto, alla guida di Aol!
Questa non è una crociata, ma l'inizio di un cammino culturale per portare le donne italiane ad uscire dalla Videocracy, dalla condanna della Pornocrazia, per conquistare le stesse opportunità di crescita delle donne europee ed americane. E non lo diciamo per xenofobia (che non ci appartiene): guardiamo con attenzione ed ammirazione anche alle blogger egiziane e alle donne birmane che seguono Aung San Suu Ky. Donne ben più oppresse di noi ma che con coraggio stanno rischiando la vita per la libertà e la democrazia.
Quando le donne italiane avranno ottenuto le stesse opportunità delle loro omologhe UE e dei paesi più evoluti negli indici Wef, avremo la speranza di lasciare un'altra Italia in eredità ai nostri figli. Fare la escort può essere una professione e non la condanniamo (anche se le tasse vanno pagate da tutti); ma fare la escort non deve diventare un titolo per diventare parlamentare, soprattutto se in pubblico fingiamo di aderire ad altri valori. Questo non è un modello di femminismo, bensì di ipocrisia retrograda. Cicciolina ebbe il coraggio di arrivare in Parlamento presentandosi senza ipocrisie e falsi moralismi: ogni donna, che mercifichi o no il suo corpo (purché sia una scelta libera e non schiavismo!), deve poter rivendicare il proprio percorso di vita, professionale e far carriera - senza mentire. A noi non piace il Potere dietro al paravento del Privé dai vetri Fumè, ma il Palazzo di Cristallo alla WikiLeaks.
Arianna Huffington, 61 anni, nata in Grecia, figlia di un giornalista, sbarca da giovane alla conquista dell'America. Si sposa con un miliardario Americano, Micheal Huffington , amico dei Bush, che è eletto al Congresso nel 1992, ma viene traviolto da uno scandalo (bi)sessuale. Separata, Arianna da alloraemerge come donna indipendente e realizza il sito. Oggi arianna Huffingotn assume una posizione di executive Aol.
Aung San Suu Kyi, Arianna Huffington, Tina Brown, Marissa Meyer... Le donne possono puntare in alto senza per forza svendersi. E, anche se fanno il matrimonio sbagliato, non si devono chiudere in casa!
Il resto sono chiacchiere... Moraliste sono coloro che credono che una escort per fare carriera debba rivestirsi e fingersi santamariagoretti in pubblico. "Vizi privati e pubbliche virtù": questo sì che è ipocrisia, e non ha niente di innovativo! Bieco moralismo da puritane che non vogliono ridare dignità alle italiane che si svegliano presto alla mattina... Le italiane di serie B finora sono state le donne con bassi stipendi, alta tassazione e nessuno sbocco professionale. Le donne a cui sono stati negati i desideri e i cui (bi)sogni sono stati calpestati. Non le Trophy Women da copertina patinata...
Concludo con le belle parole di Gad Lerner: "Ben lungi dalla sessuofobia, la rivolta femminile coinvolge gli uomini in un progetto di dignità comune che è la base della civiltà. Il partito dell'amore è stata la più beffarda truffa politica del premier indagato per favoreggiamento della prostituzione minorile. Ma la faticosa costruzione dell'amore, come ci ricordano pure i nostri più bravi cantautori, è l'intima fatica per cui vale la pena di vivere". Ah, l'amour ;)
M.C.
- Repubblica.it (Blog F. Rampini): Bel colpo Arianna!
- La ribellione degli uomini di GAD LERNER
- Le contraddizioni e il no alla crociata
- Gamberale: no al moralismo. Maraini: paura di indignarsi (6 febbraio 2011)
- «Le donne e il testimone non passato» - Vegetti Finzi e Avallone (3 febbraio 2011) «Donne in una società bloccata» - Ballestra e Bossi Fedrigotti (1 febbraio 2011
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