martedì 19 aprile 2011

Le BR, no grazie

L'aut aut di Letizia Moratti, anche se tardivo (forse era presza dalle grane della Bat-caverna?), riporta le lancette dell'orologio del PDL milanese al 2011. Se il Premier già utilizza una strategia difensiva "di difesa DAI tribunale e non NEI tribunali", che - per chi conosce la tragica storia lottarmatista italiana - è un triste dejà vu, i terrificanti manifesti che equiparavano i PM alle BR erano un'offesa alle vittime delle BR; non solo un attacco a un potere dello Stato (quale è il potere giudiziario), ma un insulto anche al buon senso. Per chi ha vissuta la Milano di piombo, in cui potevi salutare tuo padre la mattina e rivederlo steso per strada sotto un lenzuolo bianco al Tg la sera (più cencio che sindone...), quei manifesti sono un duro colpo allo stomaco. Stomachevoli.

Stefania Craxi ha chiesto un passo indietro. Riformare la giustizia in senso europeo, fa parte delle riforme di cui il paese ha necessità: ma non di "norme ad personam", solo per un imputato, ma di riforme vere. Riportare le lancette dell'orologio della Storia del paese indietro di 30 anni, a un periodo buio, è anacronistico. Un insulto all'intelligenza degli italiani.

Dopo le "cronache rosa" postribolari, "barzellette sporche" da quinta elementare "che non fanno ridere nessuno", ecco un'altra pagina di cronaca (nera) che lascia impietriti. Mentre il debito pubblico corre, mentre la globalizzazione non dà tregua, mentre il paese rimane fermo-sulla-gambe da 20 anni (a meno che non vogliamo accontentarci delle pur lodevoli iniziative patente a punti e stop al fumo nei ristoranti...), forse è il caso di tirare le somme. E chiudere parentesi guardando al mondo-che-c'-è-là-fuori e di cui vorremmo far parte con la storia e la creatività che contraddistinguono l'Italia da secoli.

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