martedì 5 aprile 2011

Provocazione/ Questo è un paese per vecchi o teenager: fallimento di due generazioni in diretta?

Se in Italia Mario Monti appare agli occhi dei più acuti osservatori come l'unico papabile (o forse dovremmo dire: auspicabile, visto quel che passa il convento...) per diventare Primo ministro in un'era post-berlusconista (Monti - fra le altre cose- ex grande commissario Antitrust UE che ha multato Microsoft per abuso di posizione dominante nel marzo 2004), significa che c'è un vuoto generazionale "de paura". Due generazioni perdute nella fitta nebbia? Una siffatta "debacle culturale" andrà evitata almeno per quelli sotto ai 30 anni: altrimenti il declino è inevitabile.

In politica sono tagliati fuori 50 e 40enni?

Una generazione appare troppo presa dal rutilante mondo dell'hi-tech, e non vuole certo perdersi l'ultima novità tecnologica per star dietro ai labirintici e kafkiani meandri della Politique-politicienne. Come darle torto :)

La generazione poco più vecchia non ha mai forse afferrato il "nocciolo della questione" della Digital Renaissance e del secolo digitale (tranne le solite rare eccezioni), e se andasse al potere potrebbe portare tutte le sue manie/fobie all'ennesima potenza, senza aver mai riflettutto sulle conseguenze logiche di questi tic: basta leggere cosa ha detto lo zar tecnologico inglese del governo Cameron-Clegg per capire di cosa stiamo parlando. Le vittime del marketing creativo-ma-aggressivo al potere, ci lasciano basiti.

Mario Monti ha invece in passato saputo gestire il "caso Microsoft" con grande perizia, senza i pregiudizi che avrebbero avuto persone più giovani, con l'esperienza del regolatore ma anche la curiosità verso il "mondo nuovo". Senza sentirsi "il miglior cliente di una marca", senza fare il "tifo per una marca" (come succede nei giornali mainstream oggi, tutti pro-Apple senza se e senza ma, con esilaranti cadute di stile... siamo riusciti a leggere autentiche "perle" sull'iPad 2), ma guardando ai fatti con lucidità e un pizzico di disincanto: per sbrogliare la situazione, e rimettere i paletti ai colossi debordanti.

Certo sarebbe interessante prima o poi avere in Europa o in Italia un esperto di Software libero, Open source e Open Web (qualcuno dal pensiero libero) su scranni alti, ma questa oggi appare come una lunga marcia o forse un'utopia (anche se alla Borsa di Londra Linux c'è eccome).

Diffido della "gauche caviar" come della sinistra-all'-iPhone. Potrebbe creare buchi miliardari nel già debilitato debito pubblico, in nome di un "innamoramento effimero". Ma ci sarà mai una vera sinistra che ha a cuore l'innovazione a prescindere dall'appoggio a multinazionali multimiliardarie??? Non dispero: Mario Monti è equilibrato, chissà :)
M.C.

P.s.: Ora che alla UE si affaccia il "caso Google" (nemesi storica: con Microsoft, da ex imputata ad accusatrice), vedremo come l'affronterà l'Europa: a puntare il dito, ça va sans dire, è la Francia, sempre in prima linea contro gli errori di Mountain View. Ma la Francia per lo meno lo fa in nome del "libero mercato", senza la volontà (tutta italiana) di sostituire un monopolio con un altro monopolio, per una propria selfish autoreferenzialità. Solo per misunderstanding culturale (e una buona dose di analfabetismo tecnologico, ahimé, propugnata come "indipendenza di giudizio", ma in realtà iDipendenza dopaminica...).

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