mercoledì 20 aprile 2011

L'immagine sessista della donna sui media italiani

Al principio fu il Drive In di Antonio Ricci. Poi la guerra delle "copertine naked" fra Panorama e L'Espresso, ma nell'Italia bacchettona dell'epoca era un gioco con l'immaginario delle donne e della liberazione sessuale, e non pura mercificazione. Anche se è chiaro: cuccioli d'uomo e di mammiferi, e corpi nudi femminili, "fanno vendere" (chiedetelo a qualsiasi esperto di marketing). Un tale "effetto Halo" lo possiedono solo i gadget hi-tech di culto e gli iDevice di Steve Jobs disegnati da Jony Ive. Poi l'Espresso ha riscoperto la sobrietà, ma sono arrivati i Reality (e i Talent Show) con l'esibizione 24h-su-24. Anche L'Unità diede il via ad una recente campagna per gli abbonamenti sfruttando il "corpo delle donne", non passata inosservata, salvo pentirsene poco dopo. Ma poi la maggior parte dei media "di sinistra" sembra aver fatto marcia indietro, riscoprendo il valore della "lotta alla mercificazione del corpo femminile". Ed oggi sembra essere rimasta solo Mediaset a esibire corpi-tutti-eguali ma abbastanza svestiti. Vero o no?

La giornalista di Newsweek Barbie Nadeau ha scoperto, a sue spese, che "chi tocca i fili muore" (professionalmente parlando, s'intende): per un'inchiesta sull'immagine sessista sulle reti Mediaset, è stata investita dai poliziotti alla porta di casa e da una denuncia per diffamazione... Neanche avesse rubato un prezioso prototipo di iPhone, perbacco...

Anche i "finti" Situazionisti chiamano la polizia per fermare i "giornalisti scomodi". Ma perché i ragazzi di Zelig non si dissociano da certe pratiche?

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