Candy, Marelli (Gruppo Fiat), De Longhi, Piaggio, ST Microelectronics sono state messe sotto la lente dei metalmeccanici Fim Cisl. Come Gizmodo e Wired hanno messo il faro su Foxconn, scoprendo cosa non va con la fabbrica di iPad e iPhone (e non solo...), anche Fim Cisl ha scoperto che gli italiani in Cina si danno al dumping dei diritti, delle regole e dei salari.
Scrive Vittorio Longhi sul blog su La Repubblica: "Salari e welfare sotto gli standard minimi, orari di lavoro eccessivi, violazione della libertà di associazione, di contrattazione collettiva e persino delle norme in materia di salute e sicurezza. Condizioni che riguardano 16 multinazionali metalmeccaniche, a casa madre o fornitrici d’imprese italiane per un totale di 12.470 addetti".
Tra chi ha nostalgia per i carrozzoni spreconi come l'Iri e chi delocalizza allegramente nel Far-East dei diritti dei lavoratori... una via di mezzo non si trova proprio?
I furbetti-della-globalizzazione sono una faccenda seria. Si spera, anche se il Premier si ostima a raccontae barzellette sconce da alunno di quinta elementare...
- Repubblica.it: Gli abusi italiani in Cina
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