lunedì 4 aprile 2011

Spaghetti globalization: cosa combinano in Cina Candy, Marelli (Gruppo Fiat), De Longhi, Piaggio, ST Microelectronics?

Delocalizzare. Outsourcing. Globalizzazione. Ogni via è buona per abbattere i costi, per sopravvivere in un mercato ogni giorno più competitivo ed aggressivo. Ma con il rispetto dei diritti umani, gli standard ecologici, le regole, come si comportano le aziende italiane che delocalizzano in Cina?

Candy, Marelli (Gruppo Fiat), De Longhi, Piaggio, ST Microelectronics sono state messe sotto la lente dei metalmeccanici Fim Cisl. Come Gizmodo e Wired hanno messo il faro su Foxconn, scoprendo cosa non va con la fabbrica di iPad e iPhone (e non solo...), anche Fim Cisl ha scoperto che gli italiani in Cina si danno al dumping dei diritti, delle regole e dei salari.

Scrive Vittorio Longhi sul blog su La Repubblica: "Salari e welfare sotto gli standard minimi, orari di lavoro eccessivi, violazione della libertà di associazione, di contrattazione collettiva e persino delle norme in materia di salute e sicurezza. Condizioni che riguardano 16 multinazionali metalmeccaniche, a casa madre o fornitrici d’imprese italiane per un totale di 12.470 addetti".

Tra chi ha nostalgia per i carrozzoni spreconi come l'Iri e chi delocalizza allegramente nel Far-East dei diritti dei lavoratori... una via di mezzo non si trova proprio?

I furbetti-della-globalizzazione sono una faccenda seria. Si spera, anche se il Premier si ostima a raccontae barzellette sconce da alunno di quinta elementare...

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.