mercoledì 26 gennaio 2011

Donne che si ribellano: Un'altra Italia è possibile

Ci sono donne che studiano, lavorano, o ancora sono disoccupate, fanno le casalinghe, le madri, le operaie, le insegnanti o sono precarie. Donne che si svegliano all'alba e non vanno alle feste (tantomeno ai festini), ma lavorano, producono, pagano le tasse su tutto quanto percepiscono e non accettano "buste" da ricchi anziani sconosciuti. Donne che vogliono reagire contro il degrado, contro il sessismo e contro un'immagine stereotipata della donna stile Videocracy.

In gioco è il ruolo delle donne italiane che, tanto più oggi, vogliono essere apprezzate per i loro meriti, e mostrare non il Lato B bensì il Fattore D e la Womenomics. Termini ancora poco noti nella società italiana, ancora sessista e legata a un immaginario obsoleto ed anacronistico. Le donne italiane, soprattutto, vogliono essere rispettate: anche dalle più alte cariche dello Stato, a partire dalla Presidenza del Consiglio. Anche quando hanno le rughe e non ammiccano ai ricchi Paperoni.

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